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STORIA DEI CAVALIERI DEL TEMPIO DI GERUSALEMME
La nascita dell’Ordine dei Cavalieri Templari si può meglio comprendere se si torna un po’ indietro nel tempo, fino al 1095 quando, rispondendo alla richiesta di papa Urbano I di muovere “guerra contro l’infedele”, molti cavalieri partono per le coste africane, sotto la guida di Goffredo di Buglione: è la Prima Crociata.
Gerusalemme viene liberata e restituita ai cristiani che possono tornare a pregare in Terra Santa.
Molti crociati però, dopo la conquista di Gerusalemme, ripartono lasciando la città incustodita.
A vent’anni dal termine della Prima Crociata è ancora pericoloso per i cristiani pregare nei luoghi santi; nel 1119 infatti si consuma una nuova strage di pellegrini sulle rive del Giordano.
Quello stesso anno il nobile Hugues de Payns, rimasto in Terrasanta dopo un pellegrinaggio, decide, insieme ad altri otto cavalieri, di offrire la propria esistenza per la difesa del Santo Seplolcro. Presentatisi al cospetto del re di Gerusalemme, Baldovino II, coperti da un semplice mantello bianco, i cavalieri gli manifestano la volontà di proteggere i pellegrini dagli attacchi dei musulmani e controllare le strade della città.
Il re accetta benevolo la loro offerta e li ospita nell’ala del monastero di Nostra Signora di Sion, accanto a quello che era stato il Tempio di Salomone. |
Questi nobili cavalieri, che vivono in umiltà e dimostrano di essere valorosi guerrieri, vengono conosciuti come i “Poveri Cavalieri di Cristo”; costituiscono un ordine monastico-militare, che, oltre ai tre voti monastici di obbedienza, povertà e castità, ne prende un quarto, che è lo “stare in armi”, cioè l’impegno di combattere gli infedeli.
Sono i primi monaci combattenti; il loro sigillo è l’immagine di due uomini su un solo cavallo.Aumentano rapidamente di numero fino ad occupare tutta l’area del Tempio di Salomone e per questo vengono chiamati anche “Cavalieri del Tempio” o, più semplicemente, “Templari”.
Nel 1128, con il concilio di Troyes, papa Onorio II approva la Regola dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio, redatta da S. Bernardo da Chiaravalle, apponendovi il sigillo papale. Sono presenti al concilio, oltre a S. Bernardo da Chiaravalle, vari vescovi ed arcivescovi.Hugues de Payens è nominato Gran Maestro dell’Ordine ed i cavalieri adottano il motto “Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam”.S. Bernardo da Chiaravalle, che ha sempre approvato e sostenuto l’operato dei Cavalieri, ha trasmesso loro la devozione a Maria; a lui si deve, oltre alla Regola, il “de laude novae milita”, un vero e proprio proclama di elogio dell’Ordine. |
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In pochi decenni l’Ordine si espande in tutta l’Europa occidentale ed ottiene, attraverso donazioni e lasciti, terre, castelli e casali.
Le sue Commanderie sono strutture autosufficienti, munite di cappelle, scuderie, armerie mulini e circondate da mura con torri di vedetta ed i Cavalieri dimostrano di essere abili nella gestione di queste proprietà quanto lo sono nel combattimento.
Nel 1139 papa Innocenzo II, con la bolla “Omne datum optimum”, pone l’Ordine sotto la diretta giurisdizione e protezione della Chiesa: da questo momento in poi l’Ordine è alle dirette dipendenze del papa.
Nel 1147 per concessione di papa Eugenio II, i Cavalieri appongono sui mantelli bianchi la croce patente rossa.
Intanto nel 1291, dopo una serie di scontri con i Saraceni, San Giovanni d’Acri, rimasta ormai l’ultima roccaforte cristiana, viene espugnata ed i Cavalieri del Tempio sono costretti a cercare rifugio a Cipro.
Tuttavia i Templari continuano la loro missione, impegnati in importanti incarichi da parte di sovrani e pontefici; in Francia sono anche i custodi del tesoro della Corona.
Le loro ricchezze sono diventate immense ed è proprio questa la causa della loro persecuzione.
Il re di Francia, Filippo il Bello, che più volte in occasione delle guerre contro gli Aragonesi e gli Inglesi si è rivolto all’Ordine del Tempio per ricevere in prestito ingenti capitali, per cancellare i debiti ed arginare le difficoltà economiche in cui versa il Regno, progetta di impossessarsi delle ricchezze dei Cavalieri.
In un primo momento tenta di unire l’Ordine dei Cavalieri con l’Ordine degli Ospidalieri, con l’intenzione di porsi egli stesso a capo del nuovo Ordine, dopo aver abdicato in favore del figlio.
Ma, non riuscendo a realizzare il suo progetto a causa dell’opposizione dei due ordini e della Chiesa, decide di impossessarsi delle ricchezze dei Cavalieri distruggendone l’Ordine.
La notte del 13 ottobre 1307 in Francia tutti i Cavalieri Templari sono arrestati per ordine del re con l’accusa di eresia, sodomia e sputo sulla croce.
Inizia un processo-farsa che dura sette anni (dal 1307 al 1314). Sottoposti a feroci torture, molti confessano crimini non commessi e vengono uccisi.
Papa Clemente V però, che non crede alle accuse rivolte contro l’Ordine, nell’agosto del 1308 manda tre cardinali, suoi stretti e fidati collaboratori, alla fortezza di Chinon (vicino Tours), dove sono tenuti prigionieri il Gran Maestro Jacques de Molay ed altri Dignitari.
I prelati, dopo aver ascoltato le loro deposizioni, assolvono loro e tutti i confratelli dalle accuse di eresia, che si rivelano infondate.
Ma il piano del sovrano va ben oltre la distruzione dell’Ordine, in quanto Filippo il Bello ambisce ad estendere il suo potere sulla Chiesa, ritenendo che il Re possa sostituirsi, per diritto divino, all’autorità pontificia.
Così chiede la riapertura del processo per eresia contro il papa Castani e nel 1308 fa condannare al rogo il vescovo di Troyes con l’accusa di aver fatto sortilegi diabolici.
Papa Clemente V, per salvare la Chiesa, decide di cedere sulla questione dell’Ordine.
Nel 1312 con la bolla “vox in excelso” l’Ordine è sciolto, senza prove ma per “legittima suspicione”.
Nella bolla infatti si legge: “per quanto nessun documento o prova permettono di stabilire la veridicità delle accuse…non abbiamo permesso di condannarlo canonicamente…, Noi aboliamo, non senza amarezza ed intimo dolore, non in virtù di una sentenza giuridica ma per via di decisione od ordinanza apostolica, il suddetto Ordine dei Templari con tutte le sue istituzioni”.
I beni dei Templari furono confiscati ed assegnati all’Ordine degli Ospidalieri (oggi Ordine di Malta) e ad alcuni nobili francesi.
Due anni dopo, durante il concilio di Vienna, il re Filippo il Bello, convocato per giudicare i Templari ancora prigionieri, all’insaputa del pontefice, condanna al rogo sull’isola della Senna il Gran Maestro Jacques de Molay ed il Precettore di Normandia Goffredo di Charmey. È il 18 marzo del 1314.
In molti paesi i Templari continuano ad esistere ed ottengono di essere incorporati in altri ordini, come l’Ordine degli Ospitalieri o l’Ordine di Cristo.
La tradizione templare suppone che, condannato a morte, Jacques de Molay abbia lasciato la carica di Maestro del Tempio ad un cavaliere, Jean Marc Larménius, e che questa sia stata tramandata attraverso un documento scritto (la Carta di Larmenio), fino a giungere nel 1705 al Duca d’Orléans. Questi difatti dichiara di succedere a Jacques Henry de Durfort come maestro del Tempio e convoca, l’11 aprile, un Capitolo Generale.
Con la presa di posizione pubblica del Duca d’Orléans, ha inizio la restaurazione moderna dell’Ordine, che, con alterne vicende, continua a tutt’oggi la propria vita. |
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